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Questo articolo è apparso la prima volta su Tiragraffi.it

In questo articolo parlo di marketing su Facebook. E di come una campagna promozionale sui social network possa fallire orribilmente, nonostante sia stata studiata correttamente.

C’è un’azienda che vuole promuovere i suoi prodotti tra i consumatori che appartengono a un target preciso. L’azienda ha azzeccato tutti i passaggi per una campagna su social media: ha identificato un target preciso, è sbarcata sul social media frequentato dal suo target con una strategia e un obiettivo ben definiti, ha proposto un’attività basata sulle abitudini consolidate del target.

Tutto corretto fin qui, no?\ \ L’ABC del marketing su Facebook.

Vediamo cosa è andato storto.

L’azienda è la canadese Molson Beer. Il prodotto è birra. Il target i giovani tra i 19 e i 24 anni. Dove si trovano questi giovani? Nella vita reale al college, nella vita virtuale su Facebook. Cosa fanno i giovani al college, quando non studiano? Festa! Cosa fanno su Facebook? Postano foto.

E quindi ecco l’idea della Molson Beer: un contest fotografico su Facebook. La Molson ha creato sulla sua pagina sul social network una galleria fotografica per ogni college canadese e ha invitato gli studenti a postare le foto delle loro feste nella galleria riservata al loro college. Il college con il maggior numero di foto sarebbe stato dichiarato quello con i migliori party. In palio per chi posta la foto preferita dalla giuria una gita a Cancun, Messico, per il tradizionale spring break.

E’ evidente che nessuno alla Molson ha mai visto Animal House.

La buona notizia è che il target è stato raggiunto alla perfezione: le gallerie sono state riempite in pochissimo tempo di foto che ritraevano studenti intenti a bere Molson a litri.

La cattiva notizia è identica.

Gli studenti immortalati in foto sconvenienti, passata la sbronza si sono lamentati. Come anche gli studenti ritratti sullo sfondo delle foto sconvenienti, anche se loro non stavano facendo nulla di male. Gli amministratori dei college si sono lamentati dell’immagine che veniva data delle loro scuole e anche gli studenti più seri non erano entusiasti di dover scrivere sul proprio curriculum di aver studiato nella “#1 party school in Canada”. Non stiamo neanche a parlare dei gruppi per la prevenzione dell’abuso di alcol. Diciamo solo che il messaggio “bevi Molson responsabilmente” non è passato.

E’ finita come potete immaginare: tante scuse da parte della Molson, concorso chiuso in anticipo, gallerie cancellate.

Tutto questo succedeva nel 2007.

Purtroppo, di casi di campagne social andate orribilmente storte ne vediamo ancora.