— Questo testo è apparso in originale come quinto invio della newsletter Apofenia

Buongiorno da San Benedetto del Tronto, un posto in cui c'è chi si diverte brandendo racchettoni e chi si diverte brandendo una spada. Indovina io a quale categoria appartengo.

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La Phantom Time Hypothesis è la cosa più bella che potete leggere questa settimana. Leggetela.

The Phantom Time Hypothesis suggests that the early Middle Ages (614-911 A.D.) never happened, but were added to the calendar long ago either by accident, by misinterpretation of documents, or by deliberate falsification by calendar conspirators.

E' ovviamente un mucchio di idiozie buone per gente che non si ricorda che esiste un mondo fuori dall'Europa occidentale, ma è un mucchio di idiozie fenomenali.

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Nel 2010 l'allora CEO di Google Eric Schmidt affermò che ogni due giorni veniva creata una quantità di informazioni pari a quanta ne era stata creta dall'inizio della civiltà umana fino al 2003. Analisi successive hanno dimostrato che le cifre di Schmidt erano sballate, ma è innegabile che ogni giorno riversiamo online una quantità spaventosa di parole, sotto forma di post, aggiornamenti di stato, commenti. La razza umana non ha mai scritto tanto.

Molto di quello che viene scritto serve a celebrare il passato. Dove "molto" è ovviamente una quantità spannometrica misurata a naso dall'interno della mia bolla informativa. Ricordare il passato va bene. La sua continua celebrazione inizia a stancarmi. Voglio dire, ma quante volte possiamo raccontarci dei cartoni animati degli anni '80? Della musica degli anni '80? Dei film usciti negli anni '80? (oh, ammazza che bei cartoni, bella musica, bei film sono usciti in quel decennio! Scusa, mi sono lasciato trasportare dalla nostalgia...). Ieri il retro di un autobus mi comunicava che uno dei momenti alti dell'estate al centro commerciale di Porta di Roma (che vabbè, l'estate al centro commerciale...) tra un Al Jarreau e una Natalie Imbruglia è il concerto di Cristina D'Avena accompagnata dai Gem Boy. Per il quarto anno consecutivo. Ora, avendo io l'età che ho, faccio caso a questo tipo di operazioni nostalgia. E soprattutto ci faccio caso dato che ho il background che ho, visto che all'era dell'acquario è seguita l'era dei nerd e i fumetti, cartoni animati e videogiochi con cui sono cresciuto hanno colonizzato l'immaginario comune e si sono trasformati in prodotti spinti e promossi come se non ci fosse un domani.

Il che è ovvio: quando eravamo giovani io e quelli come me, ci vedevamo come carbonari fuori dalle fumetterie e dalle sale giochi per trovarci tra simili e discutere di giochi di ruolo, videogiochi e di cartoni animati, scambiandoci informazioni, fotocopie di fotocopie di fotocopie di riviste importate dall'Inghilterra, dagli USA o dal Giappone e - addirittura! - videocassette copiate nmila volte con serie quasi leggendarie trasmesse una volta sola o due un decennio prima o film d'animazione che non sarebbero mai arrivati (così noi credevamo) dalle nostre parti. Oggi siamo adulti con disponibilità economiche e quindi bersaglio perfetto di proposte commerciali che fanno leva sulla nostra nostalgia. Non siamo i primi a pagare per i nostri ricordi, non saremo gli ultimi: quando ero piccolo e intelligente avevo sgamato subito l'operazione nostalgia dei vari Sapore di Sale, film per quarantenni che volevano ricordare i loro vent'anni.

Però siamo stati i primi ad avere internet. Siamo stati tra i primi che al circoletto riunito il sabato pomeriggio davanti al negozio di riferimento hanno aggiunto l'iper mega circolo senza confini di tempo e di spazio (il link va a un gruppo Facebook, ma io me li sono fatti tutti, dalle BBS su FidoNet ai newsgroup a vari siti amatoriali ai forum ai canali IRC a Facebook) (non so quale sarà il prossimo step, immagino una room su un programma di chat mobile) (io tornerei alla fumetteria, ma quarantenne tra i sedicenni farei una figura strana. Accompagnami, dai!).

Culturalmente e anagraficamente ci siamo trovai al posto giusto e al momento giusto: è arrivata la tecnologia e noi avevamo l'interesse per sfruttarla. Poter comunicare con altri come noi è stata una cosa fantastica. Fantastica.

Però siti, pagine Facebook, storie eccetera che continuano a magnificare sti anni '80... insomma, emmobastaveramente! Parliamo d'altro, andiamo avanti. Ho capito che Leiji Matsumoto tira fuori una serie di Battleship Yamato (da noi Star Blazers) ogni pochi anni, infilandoci Capitan Harlock (un capitano, c'è solo un capitano!) quando si ricorda. Ma se lui è rimasto intrappolato al 1974, non dobbiamo esserlo anche noi. Sono pure arrivati il reboot di Sailor Moon e la nuova serie di Dragon Ball, un Terminator di cui non si sentiva il bisogno. Prossimamente avremo il reboot di Ghostbusters, il remake di Zaffiro e Acciaio e sta per uscire Pixels, un film ispirato ai videogiochi da bar anni '70 - '80. Ready Player One (che, va detto, è un libro molto bello), celebra tutta la cultura nerd/pop del decennio in cui ero piccolo io. E dai. Buttalo quel catalogo dei giocattoli GIG Natale 1987, su!

Forse dovremmo essere più bravi a farci sedurre di meno da cose nostalgiche e cercare di più novità ed esperienze memorabili.

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Altra cosa rispetto alla celebrazione del passato è la memoria. E sì, stiamo rientrando in zona fatti miei. C'eravamo anche prima in effetti. Se ti vuoi lamentare c'è il tasto rispondi lì in alto.

Ti ho già raccontato (perché sono vecchio e mi ripeto) che da piccolo ho passato molti mesi di molte estati e un po' di inverni da delle zie in Veneto. La mia età dell'oro. Ho letteralmente montagne di ricordi. La caccia alle lumache, i falò estivi, la raccolta degli ortaggi, i pomeriggi pigri passati a leggere sdraiato accanto al cane o arrampicato su un albero, la frutta e l'uva, i conigli e le galline, i giri in bici, le gite in auto, i videogiochi all'oratorio Don Bosco, la fiera del paese con le giostre, lo zucchero filato e il tiro a segno, Sandokan visto su una TV in bianco e nero così vecchia che bisognava accenderla 10 minuti prima perché si scaldasse e iniziasse a visualizzare immagini, il pavimento del salotto che sussulta per l'onda lunga del terremoto in Friuli.

Tanti ricordi, tanto tempo.

Quanto tempo?

La settimana scorsa ho accompagnato mia madre a San Donà di Piave, il famoso paese in Veneto, perché aveva delle faccende da sbrigare e non le andava di farsi tutto il viaggio in auto da sola. Alcune faccende le abbiamo sbrigate in fretta, io avevo il treno il giorno dopo, quindi mi sono fatto un giro di ricordi. Siamo andati al cimitero. Me lo ricordavo il cimitero. Ricordavo i secchi appesi a trespoli accanto alle fontane per prendere l'acqua e annaffiare i fiori. Ci sono ancora. Vedendo la tomba delle zie ho realizzato una cosa. La prima delle zie che è morta, è morta quando io ero genericamente piccolo, ma non avevo mai riflettuto sulla mia età. La data incisa sulla tomba è il 1978.

MILLENOVECENTOSETTANTOTTO?!?

Io sono nato nel 1972. Mi stai dicendo che l'85% dei miei ricordi di infanzia li ho accumulati in una manciata di mesi nei miei primi sei anni di vita? E sono generalmente più nitidi (o così mi pare) di quelli accumulati in cinque anni di liceo, duecento giorni all'anno, cinque ore al giorno? La seconda zia è morta nel 1986, se ti stai chiedendo dove sta un altro 10%.

Che cosa fantastica che è la memoria. Che cosa fantastica che sono i ricordi.

Non vedo l'ora di vedere Inside Out della Pixar. Come ricordiamo i ricordi è uno dei temi del film. So già che piangerò come un vitello vedendolo.

Non ho finito di parlare di memoria e ho un paio di cose da dire su Uber. Sarà per un'altra volta.

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AN\ San Benedetto del Tronto\ 2015