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progettiBuongiorno da Roma. Oggi è il primo settembre, anche se il calendario sostiene che è il 31 agosto. Ma il primo giorno di ritorno in ufficio in un lunedì di fine estate non può che essere moralmente il primo giorno del mese in cui si torna a scuola.

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Non so per te, ma per me – condizionato da anni di studio – l’inizio dell’anno non è tanto il primo gennaio, ma la fine delle vacanze estive e il ritorno pieno all’attività.

E se hai letto la mail di ieri, avrai visto che il calendario è già fitto di impegni. Sono contento di partire con un bel po’ di cose programmate, ma è interessante anche quello che non è programmato. Ho sotto le dita il formicolio creativo da inizio primavera, anche se andiamo verso l’autunno e il buio inverno.

Dato che questo è l’inizio dell’anno, è questo il momento dei buoni propositi. Tranquillo, non ti annoierò con i miei.

Però ti svelo che ho una lavagna in cui segno man mano che mi vengono delle idee e dei progetti. Settembre è il momento in cui faccio il punto: cancello i progetti conclusi e penso a quali affrontare dei nuovi.

Si tratta di piccole sfide personali, esercizi di stile, scuse pratiche per imparare qualcosa. Altre persone fanno il sudoku o le parole crociate, immagino. Chetteleggi è uno di questi progetti.

Non si tratta di grandi cose e sono consapevole del fatto che da nessuno di questi potrebbe nascere per determinazione, serendipità, caso o coincidenza una di quelle mega idee che cambiano la vita a te e a tutto il mondo. Lo so perché è la premessa che lo rende impossibile: essendo cose che faccio per me, sono tutte attività che posso – devo nel caso di quelle in cui c’è qualcosa da imparare – affrontare da solo.

Invece, la mega idea per me è necessariamente qualcosa da affrontare in gruppo, con un team in cui ognuno abbia una parte delle competenze che servono e tutti condividano il desiderio di vedere quella cosa realizzata, esistente nel mondo, usata da altri.

Il desiderio credo che sia l’aspetto più importante.

Questa estate ho letto qualche libro e un po’ di articoli sparsi, ma principalmente su Medium, sull’essere imprenditori, essere efficienti eccetera. Si parla di competenze, visioni, idee, abitudini: svegliarsi presto? Quanto presto? Quali attività svolgere appena svegli? Fare cose anziché pensare di fare cose, eccetera.

Ma per me la singola cosa più importante è il desiderio. Desiderio che si porta dietro volontà e determinazione: io voglio che questa cosa succeda. Io non mi fermerò finché non l’avrò fatta succedere.

Lo vedo nella vita, nel lavoro, nello sport: uno può essere la persona più talentuosa del mondo, ma se non ci si mette con la testa e con il cuore, se non desidera ardentemente qualcosa e non usa questo desiderio come veicolo e carburante per raggiungerla, non otterrà mai i risultati che potrebbe ottenere. Al contrario, la determinazione, il desiderio, la volontà possono far superare i limiti.

Diceva un mio istruttore: io posso insegnarti la scherma, ma non posso insegnarti a vincere un torneo. Quello dipende dalla tua testa, da quello che hai nel cuore. Se senti di dover vincere, quello che ti insegno è sufficiente. Se non lo senti tu, non potrò mai insegnarti abbastanza.

Ovviamente una determinazione, una forza di volontà, un desiderio, una tigna positivi: non cieca bramosia, ma passione controllata, che permetta di capire quali sono i passi da compiere, quali le competenze che ci mancano ed è inutile sviluppare, quali persone ci possono aiutare tra quelle che conosciamo, come trovare quelle che non conosciamo (a proposito, conosci uno sviluppatore?).

Solo questo desiderio, questa passione, questa tigna ti può dare la forza per raggiungere l’obiettivo, per lavorare tanto, per imparare a lavorare meglio, per motivare le persone. Solo se il desiderio è condiviso e la meta che esercita il suo potere magnetico è la stessa, allora si può allestire un team in grado di portare veramente un cambiamento nel mondo.

E io ho voglia di portare un cambiamento nel mondo, di circondarmi di persone con cui condividere un desiderio.

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Ieri ti ho detto che c’è un mio ebook in promozione gratuita su Amazon. Oggi ti consiglio due libri, che sono due delle colonne portanti dei ragionamenti che sto facendo e che influenzeranno fortemente tutti i miei futuri discorsi su Internet of Things, smart cities e molto altro ancora.

The Epic Struggle of the Internet of Things (English Edition) di Bruce Sterling.

Against the smart city di Adam Greenfield.

Sono due letture per me essenziali. Due visioni estremamente critiche su due dei temi più caldi del momento. Sono critiche non perché Starling sia contrario all'Internet of Things e Greenfield non ne voglia sapere di smart city. Anzi, al contrario: è proprio perché vogliono che queste esistano, siano sviluppate, utilizzate, gestite bene (bene per le persone, non per gli sviluppatori) che sono critici verso le attuali proposizioni di IoT e smart city.

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Questa è una lettera breve, ora ti lascio che la mattina si torna in ufficio. ++ Per favore, inoltra la newsletter ai tuoi amici se la trovi interessante. O parlane sul tuo social network preferito*. *Puoi usare questo testo se non vuoi scriverne tu uno: Apofenia: un esperimento di navel gazing produttivo di grande efficacia. Iscriviti anche tu! http://apofenia.voxmail.it/user/register

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Propositi dell'anno nuovo: meno Facebook sterile, no alla televisione che rincoglionisce, ma sì alle belle storie. Battere il record di libri letti. Essere felice. E tu? AN Roma 2015

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